I dati pubblicati dall’INAIL relativi al primo bimestre del 2025 impongono una riflessione profonda e urgente. Sebbene si registri un calo complessivo delle denunce di infortunio rispetto allo stesso periodo del 2024 (-3,4%), preoccupa fortemente l’aumento dei casi mortali, che passano da 119 a 138 (+16%). L’incidenza degli infortuni con esito fatale, in occasione di lavoro, sale a 0,40 ogni 100.000 occupati, segnando un incremento rispetto sia al 2024 (+5,3%) che al 2019 (+11,1%).
Allarmante anche il dato relativo agli infortuni mortali in itinere, ossia avvenuti durante il tragitto casa-lavoro: 36 casi nei primi due mesi dell’anno, contro i 27 dello stesso periodo del 2024 (+33,3%). Una tendenza che richiama l’attenzione sulla necessità di politiche più efficaci per la sicurezza stradale legata al lavoro, specialmente per quei settori dove la mobilità è parte integrante dell’attività quotidiana.
Non meno rilevante è il forte aumento delle denunce di malattie professionali: 14.917 nei primi due mesi del 2025, con un incremento del 5,8% rispetto al 2024. Un trend in crescita costante negli ultimi anni (+91,2% sul 2021, +50,1% sul 2019), che sottolinea l’urgenza di rafforzare la prevenzione, soprattutto nelle attività caratterizzate da esposizioni prolungate a fattori di rischio fisico, chimico o psicosociale.
Di fronte a questi numeri, non possiamo restare indifferenti. La sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale, tutelato dalla nostra Costituzione, che deve tradursi in impegni concreti: investimenti in formazione, controlli efficaci, innovazione tecnologica, promozione di una cultura della prevenzione che coinvolga lavoratori, imprese e istituzioni.
In occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro del 28 aprile, è doveroso ricordare le parole pronunciate da Papa Francesco nel 2023, rivolgendosi all’ANMIL: «Non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, né rassegnarci all’indifferenza verso gli infortuni. Non possiamo accettare lo scarto della vita umana.»
Come istituzioni abbiamo la responsabilità di fare della sicurezza un pilastro delle politiche pubbliche. Ogni vita salvata è un successo collettivo. Ogni incidente evitato è un dovere compiuto. Serve una strategia nazionale integrata, lungimirante e coraggiosa: il tempo dell’attesa è finito.